Quando leggi un giallo dalla trama intrigante a volte sei tentato di saltare sino all’ultima pagina per leggere l’ultimo paragrafo e quindi soddisfare la tua curiositá nello scoprire l’assassino. 

Oggi vi svelerò l’assassino.

Proprio nell’ultimo paragrafo dell’ultima pagina del libro Existential Marketing, Stefano GnassoPaolo Iabichino riescono a sintetizzare l’essenza di questo magnifico libro: “i brand devono intervenire con i loro racconti per offrire nuove forme di intrattenimento , offrire contenuti ed emozionare. Affinchè chi compra si senta realmente protagonista di una scelta e parte di quel cambiamento necessario e che stiamo provando a scrivere insieme. Forse, grazie anche a libri come questo.”

Questa è la coerenza di questo libro. Parlare di un cambiamento, offrire gli strumenti  per analizzare questa mutazione e indicare in maniera chiara e puntuale esempi concreti di aziende che stanno vivendo in prima persona l’applicazione di quanto teorizzato ed analizzato nella prima parte.
Stefano Gnasso, fornisce una visione allargata del fenomeno partendo dal cluetrain manifesto che per molti di noi community manager è da considerarsi come una sorta di bibbia. La sua analisi mi fa rivivere ciò che ho vissuto in prima persona in azienda dalla creazione della community, passando dal coinvolgimento alle azioni di correlazione e al marketing esperienziale. L’ultimo passaggio, quello che ci porta verso il marketing esistenziale evidenzia il fatto che “sará premiata l’impresa recettiva e consapevole, in grado di cogliere e interpretare i mutamenti sociali in cui le strategie di marketing sono all’insegna della condivisione orientata agli individui.”
Una sorta di relazione tra cliente a cliente dove in mezzo si colloca il prodotto.
“Costruire delle comunitá in cui il destino degli altri interessi a ciascuno di noi come se fosse il nostro. “
In quest’ultima frase ci rivedo tutto il lavoro svolto in questi ultimi dieci anni per costruire la community degli artigiani tecnologici, dove ogni giorno ci scambiamo informazioni e in mezzo a queste relazioni si collocano plotter, frese, stampanti 3D e sopratutto storie, storie vere come quelle che racconta Paolo Iabichino nella seconda parte del libro.
Come affermava su Invertising, Paolo ci incinta a creare nuove narrazioni all’interno di contesto socio-culturali che generino un impatto positivo sulla collettivitá.
Non pensare solo a prodotti belli e funzionali ma a prodotti in grado di emozionare, che lascino il segno, che mettano le persone in primo piano.
Una delle domande che i miei colleghi mi fanno spesso è la seguente: “quanto del tuo lavoro impatta sul business della nostra azienda?”.
Paolo conferma quanto detto a suo tempo da Adrea Boaretto sulla domanda relativa al ROI generato dai social network. Non c’è risposta. Però sappiamo tutti che il consenso e la reputazione sono il nuovo argomento di vendita, necessario per fare mercato nel futuro prossimo venturo.
“In ciò che facciamo non vediamo  la tecnologia, vediamo le persone. Con sogni, passioni, idee.e quando la nostra tecnologia incontra le persone, succederanno cose straordinarie.”
Questo è il manifesto della Samsung Academy che quando la vidi per la prima volta provai non solo una sensazione di deja-vu ma anche una sorta di invidia per non aver messo in piedi quanto fatto da Samsung. Erano argomenti che discutevamo da anni in rete con la community degli artigiani tecnologici ma che non avevamo ancora lanciato a dovere come scopo aziendale. Lo scopo di far crescere una nuova generazione di artigiani digitali con un occhio al passato e incamminati verso il futuro.
Sul libro tante altre storie ci fanno riflettere sull’urgenza di cambiare la nostra societá lavorando su scopi, su temi culturali che facciano capire che oltre il prodotto c’è molto di più e oltre l’esperienza di marca bisogna andare verso quello che potremmo chiamare, come hanno fatto Stefano e Paolo, Marketing esistenziale.

Io, Paolo Iabichino e Andrea Boaretto

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