Ieri ero in una azienda nella zona di Fermo, nel pieno distretto della calzatura. Nell’azienda, lo stampatore digitale, con una TrueVIS VF2-640, era in procinto di avviare la stampa di 300 metri di similpelle destinata a delle deliziose calzature per ragazzi.

Una prassi consolidata nel mondo della stampa è il visto si stampi. L’autorizzazione a procedere dopo che il committente ha analizzato la bozza, il prototipo che precede la produzione.

Non c’era tempo per realizzare un profilo. Dovevamo cercare di simulare al meglio ciò che aveva già presentato e approvato dal produttore delle calzature.

Ho cercato di spiegare che la qualità di stampa e la relativa cromia è definita da cinque elementi.

  • L’ambiente di lavoro con la sua temperatura e umidità
  • L’inchiostro utilizzato
  • Il materiale su cui si stampa
  • I settaggi sul plotter
  • I settaggi sul RIP

Il profilo di stampa è ciò che riassume al meglio i cinque elementi fornendo una replicabilità e sicurezza sulla qualità cromatica e di stampa. Ma come ho già detto dovevamo affidarci ad un profilo generico e cercare di avvicinarci al meglio al campione stampato.

Luminosità, contrasto, saturazione curve tonali sono alcuni dei tool presenti nel RIP da mettere in gioco per arrivare al tanto agognato risultato finale. Stampe, su stampe, su stampe.

Ci è venita incontro un nuova funzione di Versaworks che consente di ottenere delle variantature cromatiche stampando diversi campioni modificando i parametri in modalità automatica.

Niente da fare. Nonostante la vicinanza allo stampato approvato lo stampatore era ossessionato da piccole variazioni che era praticamente impossibile ripristinare senza la creazione di un profilo dedicato.

A questo punto ho iniziato a parlare di contrasto simultaneo e di inganno percettivo. Come scrive Josef Albers, “…nessun occhio naturale, nemmeno quello più allenato, è garantito contro l’illusione del colore. Colui che pretende di vedere i colori indipendentemente dalle loro variazioni illusorie inganna solo se stesso, e nessun altro.” (Interazione del coloreJoseph Albers 1963).

A questo punto lo stampatore ha sorriso e mi ha raccontato una storia. Una sera di qualche mese fa era andato dal produttore di scarpe con il suo campione stampato e il titolare, dopo una dura giornata di lavoro, ha infierito sulle cromie che non corrispondevano a quanto da lui chiesto. L’indomani mattina lo stampatore è ritornato in azienda portando un foglio più piccolo da far vedere ed approvare. Il titolare, una volta preso in mano il campione, lo guarda con occhio critico, sposta lo sguardo allo stampatore e afferma: ” bravo, era proprio così che lo volevo!”.

E questa volta a ridere è proprio lo stampatore che mi rivela che la mattina aveva preso lo stesso stampato della sera, lo aveva ritagliato in maniera diversa e lo ha riproposto al suo felice committente.

Dopo questo racconto ha deciso di presentare il risultato ottenuto al suo cliente e avviare immediatamente la stampa che diventerà scarpa con delle cromie leggermente diverse entrambi belle ed entrambi approvate.

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