E’ da più di un anno che per sviluppare qualsiasi progetto mi avvalgo di un sistema decisamente innovativo: il Business Model Canvas.

Il Business Model Canvas è un interessante modello per sviluppare analizzare, progettare e sviluppare una idea di business in modo completo ed efficace.
E’ stato proposto da Alexander Osterwalder nel bellissimo libro scritto con Yves Pigneur: Business model generation.

Il modello è composto da 9 parti:

  1. Segmenti di clientela. I diversi gruppi di persone/organizzazioni che un’azienda desidera raggiungere o servire.
  2. Valore offerto. E’ il motivo per cui i clienti scelgono un’azienda. E’ risolvere un problema o offrire una soluzione.
  3. Canali di distribuzione e vendita. Come un’azienda raggiunge i propri segmenti per portare valore.
  4. Relazione con i clienti. Si possono distinguere molte categorie di relazioni: assistenza personale (prima e dopo la vendita), assistenza personale dedicata, self service, community on-line, co-creazione di contenuti.
  5. Flussi di ricavi. Ciascun flusso di ricavi può essere caratterizzato da meccanismi diversi di gestione del prezzo (listino a prezzo fisso o definizione dei prezzi dinamica).
  6. Risorse chiave. Sono i beni più importanti per far funzionare il modello.
  7. Attività chiave. Ad esempio: Produzione: progettare, creare, distribuire. Problem solving: creazione di soluzioni per i problemi dei clienti.
  8. Partnership chiave. Per ottimizzare i modelli, ridurre i rischi e acquisire risorse.
  9. Struttura dei costi. Per alcuni modelli di business, basse strutture dei costi sono più importanti che per altri (es. low cost).

Eccoli in sintesi visiva.

Qui puoi trovare il modello in italiano scaricabile in pdf.

Un breve video riepiloga i punti chiave.

Ulteriori stimoli ed approfondimenti sul sito Hugowiz particolarmente impegnato nel diffondere la cultura del Business Model in Italia.

Dopo questo modello stiamo assistendo ad una proliferazione di modelli più o meno semplici che tentano di semplificare e di riassumenre sistemi complessi analizzandoli sotto forma visiva.
Uno dei modelli che mi ha più colpito è “Melt” di Miikka Leinonen

Un sistema che ci aiuta a comprendere come ciò che si trova nello spazio materiale (prodotti e servizi) si intersecano con quello immateriale (emozioni, competenze, conoscenze) in quel punto specifico che lui identifica come “liquefatto”. La strategia è appunto quella di far muovere sempre di più la parte bassa, quella della materia verso l’alto, la zona dell’intangibile.
Buon piano strategico a tutti!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *