Io mi sento un Hyper Reloaded ossia un consumatore multicanale con queste caratteristiche:

  • Medio-Alta interazione con le aziende 
  • Partecipano attivamente a discussioni con altri utenti 
  • Alta propensione all’e-commerce 
  • Impatto rilevante del mobile sul processo d’acquisto 
  • Stile di acquisto orientato alla Smart Choice
Di certo non mi sento un Newbie, un Old Style Surfer o un  Social Shopper, cluster analizzati con estrema puntigliosità nelle varie ricerche dell’Osservatorio Multicanalità del MIP, il Politecnico di Milano. Ricerche poi declinate nei vari media, eventi e libri dall’amico Andrea Boaretto con il movimento Marketing Reload.

Molte volte, all’interno dei centri commerciali davanti una scelta emotiva tiro fuori il mio smarthphone e analizzo risposte degli utilizzatori, commenti, e non ultimo il prezzo e se il prodotto è una commodity come DVD o CD musicali, effettuo l’acquisto on-line.
Capisco che sono una brutta bestia per i produttori e sopratutto per i negozianti per non parlare dei venditori a dettaglio come quel povero ragazzo che qualche anno fa era venuto a casa mia per vendermi una enciclopedia e uscì con gli occhi lucidi e tanta voglia di cambiare lavoro.

Ma qualcuno ha trovato il mio tallone di Achille e questo avvenimento merita di essere raccontato a dovere.

Ero al PTE di Milano, fiera dedicata alla personalizzazione, gadget e promozionale. Stavo illustrando la nostra stampante 3D quando un signore mi si affianca lateralmente e esordisce con questa frase: “Giovanni, ho da farti vedere qualcosa che ti stupirà”.
Mi conoscono in tanti, la community degli artigiani tecnologici, i makers, è normale che le persone mi chiamino per nome. Non ricordavo il viso ma la frase mi aveva incuriosito non poco. Aveva toccato il mio punto debole: la continua e incessante ricerca del WOW!.
Lascio perdere le altre attività e chiedo di farmi vedere “la meraviglia”. Il tizio tira fuori dal taschino della giacca una grossa penna con pulsanti e rotelle. Inserisce uno slot nel mio computer e mi offre di provare la penna direttamente sulla superficie del tavolo di lavoro.

Premetto che ho lavorato tanto con tavolette grafiche Wacom e che l’uso della penna era abbastanza naturale. Mi sono messo a scolpire in 3D con Sculptris e man mano che procedevo nell’esperienza di utilizzo il tizio si complimentava in quanto, a suo dire, ero il primo ad usare la sua magica penna in questa maniera mirabile in così poco tempo.

La penna mi piace. Non è una tavoletta grafica ma funziona bene, è bella e l’effetto wow! è immediato. La voglio.
Dico al tizio che se me la lascia, potrei scrivere un bell’articolo nel mio blog e includere il suo recapito per la vendita. Lui mi dice che ha famiglia, importa questi oggetti dalla cina e che, solo per me, la può rivendere a 18€. Mi sembra una cifra equa. Tiro fuori il mio portafoglio e concludo l’affare. Senza neppure chiedere lo sconto.

Ritornato a casa cerco altre info sulla penna e ritrovo lo stesso articolo su Amazon inferiore di 10€ rispetto la cifra che avevo dato all’amico.

A questo punto mi domando chi era il tizio e scopro che era andato alla reception ed aveva chiesto alla nostra Cinzia chi era tra lo staff il più “malato” di tecnologie. Cinzia ha dato il mio nome e il resto della storia l’avete appena letto.

Ecco ciò che ho imparato:

  1. Qualsiasi sia il prodotto c’è sempre un target di riferimento preciso.
  2. Bisogna catturare i bisogni di quel target. 
  3. Il costo del prodotto, se non ha termini di comparazione immediata, non ha una grossa rilevanza. 
  4. La prova, il test crea una forte esperienza emotiva.
  5. L’umanità del contatto apre il portafoglio.
Sono contento di aver conosciuto quel tizio, sono felice di aver comprato la penna mouse che continuo ad usare con gioia. Sono contento di aver vissuto questa storia per poterla condividere con voi.

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