La pariemiologia è il parolone che identifica lo studio dei proverbi. Si dice che i proverbi sono frutto della saggezza popolare, della cosiddetta “filosofia popolare”. C’è chi sostiene invece siano la versione codificata di luoghi comuni.

Lasciamo a parte i paroloni e divertitevi con questa divertente video carrellata di modi di dire siciliani.

che continua nella seconda parte.

Per chi non comprende la lingua eccovi un assaggio della raccolta di proverbi siciliani (con relativa traduzione) tratta dalla pagina di wikiquote.

  • Accàtta e vinni quannu si priàtu e fatti zitu quannu si anningàtu.
    Compra e vendi quando ne sei richiesto e fidanzati quando sei desiderato.
    Saper discernere il tempo propizio per gli affari e per i sentimenti. (Catos)
  • Avanti picca a godiri ca assai a trimuliari. Meglio avere poco e goderne che avere tanto e tremare.
  • Megghiu picca gòdiri, ca assai trivulàri.
    Meglio poco gioire, che lamentarsi assai.
    Accontentarsi della piccole gioie della vita, piuttosto che rischiare grandi disgrazie.
  • A codda è gruppa ruppa ci va ‘nto menzu cu nun ci curpa.
    La corda nodi nodi, viene accusato chi non ne ha colpa.
  • Ad arvulu cadutu, accetta, accetta.
    Ad albero caduto, accetta, accetta.
    È facile attaccare il nemico caduto in disgrazia.
  • A megghiu parola è chidda ca nun si dici.
    La miglior parola è quella che non viene pronunciata.
  • A minchia ‘nto culu ‘i l’autri è nfilu ‘i capiddu.
    Il cazzo nel culo degli altri è come un filo di capelli
    Le disgrazie altrui sono poca cosa.
  • A li poviri e a li sbinturati cci chiovi ‘nta lu culu macari assittati.
    Ai poveri e agli sventurati piove nel culo anche quando sono seduti.
  • A liggi è uguali pi tutti ma cu av’i picciuli si nni futti.
    La legge è uguale per tutti ma chi ha i soldi se ne fotte.
  • A stizzania preccia a timpa
    La goccia continua buca la roccia più dura (raziu)
  • Alliccari e dilliccari e’ capu ‘i custioni
    Abituare bene qualcuno e poi non farlo più e’ fonte di litigi (raziu)
  • A tempu di pira: “zziu Pè! zziu Pè!”, fineru i pira, e finì u ziu Pè.
    Nel momento [della raccolta ] delle pere: “zio Peppe! zio Peppe!”. Finiscono le pere, e finì zio Peppe.
  • A tempu ri caristia, ogni funtana leva a siti.
    In momento di grave bisogno, ogni fonte d’acqua disseta.
  • A tempu ri caristia, ogni pirtusu è galleria.
    In tempo di carestia, ogni buco è galleria.
    Quando scarseggiano le donne, qualsiasi vagina è accogliente

…. continua quì

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