Malcon Gladwell, l’autore di questo libro che ho appena finito di leggere, ad un certo punto della sua vita decise di farsi ricrescere i capelli, una folta chima riccia come da studente liceale. La polizia iniziò a fermarlo più spesso. Agli aeroporti chiedevano sempre di controllare il bagaglio. Praticamente un taglio di capelli aveva cambiato il pregiudizio dell’osservatore modificando la sue capacità di giudizio.

Questo fu lo stimolo che indusse Gladwell a scrivere questo interessantissimo libro.

“Siamo abituati a concepire il pensiero come un processo con modalità e regole ben precise. E ci è stato insegnato che, prima di operare una scelta o di formulare un giudizio, è preferibile raccogliere e vagliare con cura il maggior numero di informazioni. Esiste però un’altra forma di conoscenza, tanto trascurata dalla teoria quanto universalmente praticata nella vita di tutti i giorni: quella prima, fugace idea che ci facciamo di qualcuno o di qualcosa e che ci spinge a dire, «in un batter di ciglia», se possiamo fidarci della persona appena incontrata, o se un ambiente che non conosciamo è più o meno pericoloso. Tale attività di «cognizione rapida», che si svolge dietro «la porta chiusa dell’inconscio» e che si rivela spesso un indispensabile strumento di interpretazione della realtà, soprattutto nei momenti d’emergenza, ha però un lato oscuro. La fretta e i pregiudizi, infatti, possono indurre uno stato di improvviso accecamento che fa associare, per esempio, l’altezza alla capacità manageriale o il colore della pelle alla criminalità. Malcolm Gladwell analizza, alla luce delle più recenti conquiste delle neuroscienze e della psicologia, che cosa si nasconde dietro quella spontaneità di giudizio che consente di individuare «nei primi due secondi», senza bisogno di molti dati e di grandi teorie, l’ordine nel caos. E lo fa con lo stile brillante del giornalista, ovvero calando le astrazioni della ricerca scientifica nel quotidiano e argomentando le sue tesi attraverso gustosi aneddoti e una galleria di personaggi singolari (dallo psicologo che sa predire il futuro di un matrimonio osservando una coppia per pochi minuti a colui che, alzando gli occhi sul vicino di sedia, ebbe la certezza di trovarsi accanto al futuro presidente degli Stati Uniti). Nel rivalutare il ruolo dell’istinto, ovviamente addestrato e educato, e delle emozioni quali componenti fondamentali dell’attività cognitiva, In un batter di ciglia ci invita a cambiare non solo il nostro concetto di razionalità, ma anche il nostro modo di pensare e, quindi, di vivere.”

Questi i capitoli del libro:

I. La teoria delle “fette sottili”: come un granello di conoscenza possa portare molto lontano

II. La porta chiusa: vita segreta delle decisioni istantanee

III. L’errore di Warren Harding: perchè ci affascinano gli uomini alti, prestanti e di carnagione scura.

IV. La grande vittoria di Paul Van Riper: una struttura per la spontaneità

V. Il dilemma di Kenna: modi giusti, e modi sbagliati, di chiedere alla gente che cosa vuole.

VI. Sette secondi nel Bronx: la sottile arte della lettura della mente


Tra gli argomenti che mi hanno colpito di più, nel VI capitolo, si parla del FACS ossia della catalogazione delle espressioni facciali e di come il viso, se saputo leggere può restituire più informazioni di quanto crediate.

Per capire di più di come una espressione facciale sia legata ad una emozione potete sperimentarlo sul sito Artanotomy che nella sezione “Level II” consente si simulare espressioni legate ai muscoli facciali che le generano.

Cosa indica questa espressione?

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