“Se una scrivania in disordine è segno di una mente disordinata, di cosa è segno, allora, una scrivania vuota?”

Alber Einstein

Alla lettura di queste righe in testa alla copertina di questo libro di Freedman e Abrahamson avevo già capito quale doveva essere il libro che mi avrebbe accompagnato nel mio viaggio in America.

Sono sempre stato disordinato. Ero consapevole di alcuni aspetti positivi del disordine ma non potevo immaginare quanto il disordine possa influire positivamente nei fattori creativi e di visione.
Ritrovare l’analisi di come una scrivania piena zeppa di scartofie sia preferibile a una scrivania vuota con tutti i documenti classificati in colorate cartelle perfettamente allineate è decisamente di conforto.
Si arriva persino a ottimizzare le ricerche su Google inserendo parole disordinate per trovare siti decisamente interessanti.

Non ci credete? Fate una prova con Bananaslug, il sito che “disordina” anche le ricerche.

Questo libro, infatti, dimostra scientificamente che considerare il disordine come sinonimo di scarsa produttività, poca serietà, inaffidabile approssimazione, sottovalutando il ruolo della pura e semplice casualità nelle nostre vite, è un errore. Attraverso una gran varietà di esempi, tratti dal mondo della politica, dell’economia e della scienza, scopriremo che un po’ di sano disordine aiuta a pensare fuori dagli schemi e può rivelarsi molto utile. Il nostro cervello è programmato per interagire con un ambiente complesso, e una sovrabbondanza di stimoli può incentivare la fantasia e sollecitare la creatività.

2 thoughts on “La forza del disordine

  1. …è una vita che mi sento dire che sono disordinata..sia fuori che nei pensieri…però nel mio caos mi ci ritrovo sempre..il tuo post mi ha incuriosita e ho comprato il libro…vediamo se riesce a darmi qualche risposta..

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