Giorno 17 Luglio 2014 ho vissuto una delle più belle esperienze che un genitore può avere dalla vita, la laurea di un figlio.
Premetto che non sono di quelli che forzano i figli a prendere una laurea per rivalersi sugli studi universitari mai completati o ancor peggio come quelli che spingono i figli a studiare per poi ostentare a parenti ed amici di avere un nuovo dottore in famiglia.
Sono per la libertà di scelta come quella che ha fatto Marzia dopo che i professori del liceo scientifico gli avevano detto di lasciar perdere di studiare. Lei ha una passione smisurata verso i bambini ed alcune sue attività gli avevano fatto capire che la sua vita sarebbe stata destinata nell’educare i più piccoli.

La scelta del corso di laurea in scienze dell’educazione e formazione è stata praticamente immediata. La sede di Macerata è stata scelta non solo per la vicinanza ma anche per l’estrema qualità come conferma la classifica Censis che per l’area di Scienze della Formazione 2013 mette in vetta proprio l’Università di Macerata.

Ama studiare, come dice lei stessa in uno dei suoi appunti su facebook: “Ricordo i post-it che mettevo ogni ora nelle camere delle mie coinquiline per ricordare l’imminenza del nostro primo esame, l’ansia di entrare in quell’aula senza sapere come sarebbe stato. Poi è arrivata la prima sessione d’esame e lì mi sono innamorata ancora di più dell’università. Si arrivava in aula e ci si guardava negli occhi, per supportarci a vicenda, tutte. Ho conosciuto belle persone e sopportato chi passava avanti dimenticandosi che le prenotazioni sono fatte apposta per organizzarsi. Ogni esame ci si augurava di vedersi nei prossimi appelli e oggi ho solo augurato un in bocca al lupo a tutte. L’ansia nei piedi e il tremore nelle mani prima di sentire il mio nome li proverò lì, in aula magna, quando arriverà questo mio primo grande, immenso traguardo. Traguardo che mi ha aiutata a capire chi sono e quanto posso dare, soprattutto quanto sono capace di fare.”

Giorno 17 Luglio arriva il momento di illustrare la sua tesi con un tema a lei caro e vissuto in prima persona negli stage agli asili nido. “Il nido al nido:la relazione indispensabile tra genitori ed educatrici per la crescita del bambino”.

La proclamazione del meritatissimo 110 arriva in chiusura di giornata come ultima studente laureanda di quella sessione. Unica nota negativa il non avvio, sui potenti mezzi digitali dell’ateneo, della bella presentazione preparata da Marzia che associava la sua esposizione a episodi del Piccolo Principe.

Non mancano i poster creati per l’occasione da Selene, la grafica di famiglia, ma sopratutto non mancano le lacrime mie e di mia moglie Lucia, orgogliosi del traguardo raggiunto da Marzia.
Insieme a parenti ed amici andiamo alla “Trattoria degli orti” di Grottammare, ristorante scelto per festeggiare questo magnifico evento. 

Durante la cena Marzia inizia a leggere i ringraziamenti che partono da un giustissimo autoringraziamento per passare a ringraziare la sua amatissima mamma, il sottoscritto, le sorelle, le amiche, amici, parenti e tutti coloro che l’hanno sorretta in questi anni di studio.

Riporto alcuni passi di questo capitolo, apparentemente non importante ai fini della tesi esposta ai relatori ma, dal mio punto di vista, è questa la sua vera tesi. La vera essenza di ciò che ha fatto in questo percorso di vita. Simultaneamente risultato e scopo.

“Vietato dire: NON CE LA FACCIO”
Ogni volta che pensavo “devo scrivere la tesi”, pensavo subito a queste ultime pagine. E adesso che ci sono, sembra che non trovo più le parole. Inizio col dire che ce l’ho fatta, sto raggiungendo questo grande e primo traguardo della mia vita. Ho scelto questa frase per iniziare perché, una volta uscita dalle superiori, non pensavo minimamente di avere le capacità di poter fare così tanto. E invece, sono solamente fiera dei miei risultati. Perciò per prima ringrazio me stessa per non aver creduto alle parole delle persone al momento della mia scelta universitaria. Ma questo è stato possibile solamente grazie agli insegnamenti che ho ricevuto durante la vita dalla mia famiglia.

“Un bacio in fronte a mia madre perché a lei devo tutto”
Ringrazio l’amore di mia madre che in ogni momento e in ogni occasione c’è. In questo percorso universitario è stata capace di lodarmi quando doveva e consolarmi nei momenti più difficili, senza farmi pesare niente ma semplicemente aprendomi gli occhi in quei momenti che non riuscivano a vedere bene la realtà. La ringrazio per avermi insegnato tanto nel lavoro più difficile, il suo: gestire la casa e creare un clima favorevole con le persone che ci vivono. Ho potuto notare, in questi anni, quanti “segreti della mamma” conoscevo, e quante cose mi ha insegnato senza spiegazioni ma solamente vivendo.

“Se c’è soluzione perché ti preoccupi? Se non c’è soluzione perché ti preoccupi?”
Ringrazio mio padre, il primo lettore della mia tesi. Colui che mi ha insegnato a buttarmi, a credere sempre in quello che faccio ma soprattutto a fare quello in cui credo. Poche volte gli dimostro quanto sono importanti le sue parole, ed è proprio in queste righe che sento il bisogno di dirgli quanto è stato fondamentale nella stesura della mia tesi. Ma non solo. Quando le mie amiche mi ripetono che servirebbe un po’ del mio ottimismo in tutto, questo ottimismo è tutto merito suo. Ma più che ottimismo, io credo sia la traduzione del verbo “crederci” nella vita, in ogni momento ed in ogni situazione. 
Ringrazio mamma e papà che hanno creduto in me, che mi dimostrano ogni giorno che la vita non è fatta solo di cose belle ma quelle brutte sono solamente ostacoli da superare, che basta volere ed aspettare per arrivare a dei traguardi e che ogni traguardo è importante e da festeggiare, sempre.

“Non so cosa pensavi quelle notti con papà ma grazie mamma ne hai fatti due su due”
Modifico il testo della canzone: “ne hai fatti tre su tre”. Ringrazio le mie sorelle, la Sicilia che non si vede in me. Selene, la sorella maggiore che non finirò mai di scoprire. Come una grotta, si mia sorella è una grotta. Fuori dura, appuntita, scura ma dentro c’è solamente tanto spazio in cui poter stare. Ed è uno dei pochi luoghi in cui ti puoi riparare durante un temporale, e rinfrescare sotto il sole cocente, nel bene e nel male ti aiuta sempre, proprio come lei. E poi c’è Matilde, la sorella minore di cui dovrei prendermi cura, ma è lei che lo fa con me. Con lei ho scoperto il senso di protezione verso gli altri, il senso di responsabilità e il divertimento incondizionato a casa. Il “coccolone” che ci accompagna da quando siamo piccole e in ogni momento è il modo più bello che abbiamo per sfogare la nostra ansia, i nostri butti pensieri e per scaricare l’adrenalina nel corpo nei momenti di gioia. È il nostro modo di dirci che ci siamo l’una con l’altra, è il modo di ringraziarla quando manca carta e penna.

“Ridere è una cosa seria. Non puoi farlo con chiunque.”
Ringrazio chi ride insieme a me. I miei amici
….

Concludo la mia tesi, ringraziando tutti coloro (vicini e lontani) che stanno leggendo questa tesi e festeggeranno insieme a me questo grande e importante giorno e ricordandovi (e ricordandomi) che l’unica cosa da fare è seguire i propri sogni, desiderarli e soprattutto crederci, perché:
“C’è un solo tipo di successo: quello di fare della propria vita
ciò che si desidera.” 


… e tu lo stai facendo!
Grazie Marzia, sono veramente orgoglioso di te.
Tuo Papà 

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