L’Internet delle cose è una nuova rivoluzione. Gli oggetti si riconoscono tra loro, interagiscono, comunicano e ci informano delle loro conversazioni. Le sveglie suonano prima in caso di traffico, le piante comunicano all’innaffiatoio quando è il momento di essere innaffiate, le scarpe da ginnastica trasmettono tempi, velocità e distanza per gareggiare in tempo reale con persone dall’altra parte del globo, i vasetti delle medicine avvisano i familiari se si dimentica di prendere il farmaco. Tutti gli oggetti possono acquisire un ruolo attivo grazie al collegamento alla Rete.

Un primo passo verso questo nuovo traguardo lo dobbiamo sicuramente ad Arduino e alla miriade di sensori che si possono connettere e programmare con questa italianissima piattaforma ormai usata come standard dai makers di tutto il mondo. Ammetto che la cosa è un po da smanettoni. Ci vuole conoscenza sulla componentistica ed anche sulla programmazione.

Uno dei fautori, padri pensatori dell’internet delle cose, è Bruce Sterling. Lui dice che siamo fruitori di tecno-culture e che nel prossimo futuro non possiamo perdere tempo nella fruizione delle informazioni rispetto l’impiego del prodotto stesso. Questo cambiamento avverrà con i gingilli che i più fedeli di voi hanno già visto al seminario Viscom 2011 sul WOW! presentati come elementi indispensabili per l’evoluzione della comunicazione visiva.
Due giovani designer, David Carr e John Kestner, laureati al MIT Media Lab con la loro azienda Supermechanical hanno creato qualcosa di spettacolare: TWINE, in italiano si può tradurre come spago, corda, qualcosa che connette ed unisce, raccorda. Ascolta il mondo reale e lo comunica su Internet.

A Twine servono solo due batterie AAA, una rete Wi-fi e senza nessuna conoscenza di programmazione  per comunicare con gli oggetti e noi tramite sms, tweet o e-mail.


Twine è strettamente integrato con un servizio in cloud, oltre il wi-fi è dotato sensori di  temperatura, vibrazione e di un connettore di espansione per altri sensori.

La programmazione avviene da browser con una interfaccia veramente semplice. Le regole di programmazione sono come il linguaggio parlato. Come dire: QUANDO il sensore di umidità si bagna ALLORA invia un tweet con il testo “La cantina è straripante!”. Semplice no?

Non c’è niente da installare. I sensori sono immediatamente riconosciuto dalla web app quando li collega, e riflette quello che i sensori vedono in tempo reale, il che rende la comprensione e la programmazione veramente facile.

Il progetto, presentato su Kickstarter è già un successo e sarà ufficializzato il 3 di Gennaio. Come dicono i due giovani imprenditori, “noi vogliamo dare un anima all’elettronica e creare connessioni tra le persone. Noi stiamo esplorando l’intersezione del vecchio e nuovo mondo ai limiti della magia.”

Io sono convinto che questa è la strada da seguire. La semplificazione tecnologica che ci traghetterà verso una nuova rivoluzione nelle nostre vite.

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