Durante i giorni trascorsi in Sicilia ho avuto modo di passare davanti la mia vecchia scuola elementare e trovandola aperta ne ho approfittato per far vedere a Matilde la classe dove ho iniziato la mia carriera di studente.
Dopo quaranta anni (ho iniziato a cinque anni perchè sapevo già leggere e scrivere) rientro nella classe con la sensazione di aver varcato una porta temporale. Mi guardo in giro e ritrovo immutato tutto ciò che avevo lasciato quattro decenni fà. La lavagna nera impolverata di gesso, La scrivania del maestro, i piccoli banchi verde acquamarina con graffi e disegnini incisi sul piano. In effetti c’era qualcosa di diverso, l’ho capito dopo, le pareti di solito erano piene di poster, di cartelloni ma questa volta erano vuote, niente, nessun abecedario, niente di niente.
Se guardiamo qualsiasi stanza delle nostre case e la compariamo con le stesse stanze dei nostri nonni qualsiasi elemento, dal televisore allo zerbino avrà sicuramente subito una evoluzione. Stesso discorso con un qualsiasi ufficio. E’ praticamente impossibile trovare un elemento di arredo, un accessorio di quaranta anni fa ancora in uso nella stessa identica maniera per il quale era stato concepito.
Le scuole sono rimaste immutate, da cento anni a questa parte tutto è rimasto uguale. E non è solo la struttura ad essere rimasta immutata, il problema più grave è che le metodologie sono rimaste le stesse. Cambiano i programmi ma la filosofia di massima delle scuole è sempre la stessa da cento anni a questa parte. 
Mi vengono in mente i discorsi del prof. Gatto, un professore d’inglese di new York che ha le idee ben chiare su come va la scuola oggi.

E’ giunto il momento in cui affrontare direttamente il fatto che l’insegnamento scolastico istituzionale è distruttivo per i bambini. Nessuno sopravvive completamente incolume al programma delle sette lezioni del prof. Gatto, nemmeno gli educatori. Il metodo è profondamente e completamente antieducativo.

  1. Linearità contro confusione – fornire argomenti varieggiati per creare nuove connessioni e trovare soluzioni
  2. Posizione della classe – perchè un bambino bravo dovrebbe frenare la sua voglia di imparare di più e rimanere nella stessa classe colma di ragazzi annoiati?
  3. Indifferenza – Le campanelle non portano indifferenza ad ogni iniziativa?
  4. Dipendenza Emotiva – il maestro comanda lui e guai a chi lo contrasta
  5. Dipendenza intelletuale -E’ l’insegnante o meglio qualcuno sopra di lui che decide cosa insegnare.
  6.  Autostima provvisoria – I voti, le pagelle, gli esami per dire quanto vale una persona…
  7. Non ci si può nascondere – Controllo a scuola, compiti a casa. Occhio che ti controllo.

Non fatevi ingannare pensando che un buon curriculum o una buona preparazione o dei buoni insegnanti siano i fattori determinanti cruciali dell’educazione dei nostri figli. Le lezioni scolastiche impediscono ai bambini di mantenere appuntamenti importanti con se stessi e con noi come genitori, apprendendo le lezioni dell’automotivazione, della perseveranza, dell’autonomia, del coraggio, della dignità e dell’amore – e anche le lezioni del servizio agli altri, che sono fondamentali per la vita domestica e comunitaria.

Ora, se avete tempo e voglia leggete l’articolo completo del prof. Gatto. Fatelo a vostro rischio e pericolo, potrebbero crollarvi delle certezze ormai radicate da decenni di scuola che abbiamo subito.


2 thoughts on “Scuola di oggi o di quaranta anni fa?

  1. Grazie della segnalazione. Avevo parlato di Sir. Robinson qualche mese fa. Anche quello è un punto di vista decisamente importante per capire come stanno veramente le cose.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *