Mi piace giocare con le mie figlie, in particolar modo con Matilde, la più piccola. Lei fa parte della nuova generazione always-on. Da quando è nata ha sempre avuto almeno un computer sul quale mettere le mani. Non ho mai negato l’uso dei computer anzi ho sempre cercato di farlo apparire un normalissimo strumento per fare un po di tutto. Per lei andare su Internet, scegliere tra i preferiti i siti di barbie o disney e giocare con giochi flash è la cosa più normale del mondo. Altra “normalità” è l’uso del palmare. Lei lo usa per vedere minifilmati o sfogliare le foto. Oggi abbiamo ripreso un piccolo esperimento provato qualche mese fa.
La grafica vettoriale.
Sul palmare (PocketPC) esiste un programma Vectordraw, molto simile a Corel DRAW o Illustrator. Data l’estrema semplicità di utilizzo tramite lo stilo è stato interessante far capire ad una bambina di 6 anni i rudimenti della grafica vettoriale e apprezzarne i risultati solo dopo pochi minuti.
Superato il primo scoglio della selezione, passato il momento per capire come miscelare i colori. La cosa più complicata è stata l’uso dei livelli. Sul foglio il tratto disegnato alla fine è irrilevante rispetto il tratto iniziale. La matita nera sarà sempre presente nel foglio bianco. Partendo con questo concetto, dopo aver disegnato un cerchio rosa (il viso) i cerchi per gli occhi in bianco con la pupilla colorata, le ellissi rossa, bianca e nera per la bocca. Quando si apprestava a disegnare i capelli partendo sempre da un ellisse questa ricropriva tutta la grafica precedentemente disegnata. Il concetto sopra-sotto è stato un pò più difficile da far digerire ma alla fine è uscito un bel disegno.

Ripenso a quasi 20 anni fa quando appena uscito CorelDRAW 1.0. Stavo divorando il manuale in inglese per capire tutto di questo nuovo software . In quel periodo parlare di grafica vettoriale significava esclusivamente Autocad. Avendo compreso le potenzialità del nuovo modi di lavorare offerto dalla nuova generazione di software (coreldraw, illustrator) ebbi a discuterne con Arturo. Arturo era stato il precursore del Personal Computer. Si era indebitato fin sopra i capelli pur di avere un 286 tutto per se, proprio personal. Io ed alcuni amici eravavo buttati a casa sua per poter mettere le mani in quella magnifica e per noi inarrivabile macchina infernale. Quando gli raccontai che finalmente era possibile riempire un vettore con degli attributi colore che non fossero campiture in linee lui non volle credere e mi prese per eretico.

“La grafica vettoriale non ammette riempimenti”. Questo fu la sua risposta finale.

Oggi Arturo, pur avendo 50 anni non ha ancora trovato il suo futuro. Il non vedere quello che stava succedendo, il non voler aprire gli occhi verso quello che dopo pochissimo tempo è diventato uno standard gli ha fatto perdere un treno. Arturo non è più stato in grado di prendere altri treni, anzi ne ha persi diversi.

Oggi tutto cambia con una velocità impressionante, per stare al passo non solo dobbiamo correre ma ci dobbiamo cambiare anche i calzini correndo.

Quello che è successo ad Arturo non voglio che accada a mia figlia.
Bisogna rendersi conto dei cambiamenti, accettarli e farli propri. Immediatamente.

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