Per poter dominare il mercato del terzo millennio devi analizzare te stesso per individuare i tuoi
punti di forza, quelli che ti rendono unico e differente rispetto i tuoi concorrenti . Inoltre bisogna conoscere gli strumenti del web e comunicare in maniera efficace cosa sai fare, come lo sai fare, e soprattutto perché lo fai.
Miscelando il mondo materiale con storie, emozioni e conversazioni, sarai sempre più likeabile, commentabile e condivisibile dandoti la possibilità di emergere da tutto il resto del mondo.

Erano questi i temi del mio seminario di Viscom del 2014 centrato sul personal branding.

Durante l’intervento, facendo svolgere ai partecipanti una serie di esercizi, raggruppati in un piccolo quaderno, sono riuscito a scardinare alcune leve che hanno consentito a tanti di loro di conoscersi meglio e iniziare comunicare in maniera più efficace sul web.

Alla base di tutto c’è un concetto che identifica in maniera chiara (anche se la foto sembra disdire questa mia affermazione) che il nostro mondo è come una scatola che possiamo dividere in due blocchi. La parte sottostante, quella pesante, chiusa è quella del mondo materiale mentre la parte sovrastante, quella aperta è il mondo immateriale.

Come ci suggerisce Miikka Leinonen, la parte centrale che divide il mondo materiale dall’immateriale è una sorta di impasto, melt, che racchiude il web, i social e nuovi modelli di business. Ed è proprio lì che dobbiamo lavorare per portare il nostro prodotto (materiale) ad essere apprezzato e conosciuto. Bisogna farlo con il personal branding, con le conversazioni, le emozioni che lo stesso prodotto riesce a fare emergere e che richiamano nuovamente alla mente la sua parte materica che ci dà sostentamento.

Dal mio punto di vista per sviluppare una buona strategia di personal branding devi inanzi tutto effettuare un ottima analisi su te stesso, comprendere come ti vedono e sopratutto capire chi sei veramente.

Il quarto esercizio è molto difficile ma essenziale per analizzare dove vuoi andare veramente. L’esercizio in questione è “in copertina ci sei tu”. Bisogna avere uno scopo molto forte, dei valori da mettere in tavola per poter rispondere bene a questa inusuale domanda.

Dopo aver sviluppato la propria essenziale dichiarazione di intenti determinata dalle risposte a queste linee guida:

  • vorrei aiutare ………………..
  • queste persone ……………..
  • con questa attività …………

si passa al lancio vero a proprio del personal branding analizzando la propria emotività comunicativa, la struttura, comprendendo quali strumenti utilizzare per diffondere i propri contenuti.

L’ultimo blocco è dedicato alla coltivazione. Bisogna sempre cercare di creare contenuti che siano “likeabili”, “commentabili” e sopratutto “condivisibili” ascoltando e monitorando la propria rete. E’ con il decimo esercizio che riusciamo a comprendere in forma numerica se ciò che pubblichiamo ha una valenza nei riguardi del nostro pubblico.

Vi lascio con tutte le slide di questo seminario e la bibliografia che comprende una raccolta di quanto di più bello si possa trovare su questo argomento.


Se seguite queste semplici istruzioni potrete far parte di quelli che non hanno bisogno di dire “lei non sa chi sono io” ma saranno le persone a dire di voi: “io so chi è lui!”. 


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