Riporto le parole usate da Riccardo Luna nel suo articolo su Repubblica dove ha saputo sintetizzare in poche parole il fulcro di questa nuova rivoluzione.


“Dicono che questa dei “maker” sarà la nuova rivoluzione industriale. Il primo a intuirlo è stato il direttore del magazine Wired, Chris Anderson, che nel 2010 intitolò un suo saggio, “Gli atomi sono i nuovi bits”: prendeva spunto dal nome di un laboratorio aperto al Mit di Boston qualche anno prima da Neil Gershenfeld, “Center for bits and atoms”, luogo dove produrre quasi-qualsiasi-cosa. “La cultura digitale dopo aver rivoluzionato il mondo dei bit e quindi l’editoria, la musica e i video attraverso Internet, ora sta per trasformare il mondo degli atomi, quindi degli oggetti fisici”. Come nella prima rivoluzione industriale fu una macchina, la macchina a vapore, a innescare un cambiamento epocale, anche in questo caso c’è di mezzo una macchina: è la stampante 3D, in pratica è una macchina che “stampa” oggetti come stamperebbe un foglio. Non si tratta di una cosa nuova in assoluto, sono trent’anni che strumenti simili si usano in fabbrica. Ma tutto è cambiato quando nel 2009, in un ex birreria di Brooklyn, Bre Prettis, 38 anni, hacker con la passione dei robot, ne ha realizzata una da circa mille dollari. Invece di 100 e passa mila. La nascita della mitica Maker-Bot è stato come il passaggio, negli anni Settanta, dai computer che occupavano una intera stanza e costavano come un carrarmato, al pc da tavolo e per tutti: l’inizio di una rivoluzione, appunto. Quello della fabbrica personale.”
Quella di perseguire un sogno, è una delle cose più belle che si possa augurare ad una persona. Tanti non capiscono ma tanti altri (fortunatamente) fanno in modo che i sogni si avverino.
Aver partecipato a World Wide Rome, evento  organizzato da Riccardo Luna, ex direttore di Wired con relatori del calibro di Chris Anderson, Dale Dougherty o Massimo Banzi è una delle cose più  belle che mi siano capitate ultimamente.

Era il battesimo dei “Makers” per l’Italia, personaggi che già frequentavo da tempo sia attraverso gli articoli del blog di Make Magazine  che dalla incredibile partecipazione al Maker Faire di New York, la fiera dei Makers dello scorso settembre.

Il 9 marzo all’Acquario Romano abbiamo ascoltato le testimonianze di persone, realtà e aziende italiane che non hanno mai smesso di credere nell’innovazione. Storie di chi investe nel proprio futuro e guarda senza paura alle nuove tecnologie. Così come le vecchie tradizioni artigiane che sanno reinventarsi e trasformarsi in quello che noi abbiamo declinaco come Artigiani Tecnologici.

Proprio per questo abbiamo portato alcuni campioni di oggetti e alcune periferiche Roland come iModela o una Stika per far “giocare” le persone e creare cose da bravi Maker.

Anche Chris Anderson si è divertito insieme a Sergio De Angelis a creare una grafica con gli strass.

Dale di Make è rimasto impressionato della qualità dei lavori dei nostri makers e di quante cose belle si possano fare con un plotter o una fresa.

Gli organizzatori e promotori Andrea Mondello e Stefano Venditti hanno detto: “Sappiamo bene che per mettersi in gioco ci vuole coraggio. World Wide Rome ci ha dimostrato che in Italia le opportunità di fare impresa ci sono, ma vanno colte al volo. Non c’è tempo da perdere. Vorremmo che questo evento segnasse l’inizio di qualcosa di nuovo. Vorremmo che la geniale provocazione dei Makers diventasse un modello di sviluppo. Mettiamoci al lavoro.”

Ogni persona che è salita sul podio voleva trasmettere a tutti che è arrivato il tempo del fare e sopratutto far capire che si può fare.

Tra gli interventi che mi hanno divertito di più, quello dell’amico Massimo Banzi su cravatte e scelte illogiche che condivido in ogni parola.


Molto pittoresco l’intervento di Roberto Bonzio con il suo progetto Italiani di Frontiera e del manifesto “Tornare a Sognare”

C’è una frase di Roberto che mi ha colpito particolarmente. Ha detto: “sapete chi sono le persone che innovano veramente? Sono quelle che creano relazioni tra persone in maniera disinteressata”.


Leandro Agrò si conferma come superinnovatore. oltre aver presentato un argomento a lui caro, l’internet delle cose, non ha fatto altro che connettermi con persone che non conoscevo. Continuava a dirmi: “questo lo devi conoscere..”, “vieni Giovanni, lui è …”. Grande Leandro.

C’erano tutti gli amici di Fabber in Italia, un gruppo di Makers iperattivo su Facebook. Costantino, Zoe, Simone, Alessandro, Massimo, Enrico, persone con le quali avevamo iniziato una conversazione in rete e l’abbiamo continuata nel nuovo tempio dei Makers.

C’erano persone che volevo conoscere e che ho conosciuto come Alberto D’Ottavi, ideatore di Blooming, piattaforma sociale per artigiani e artisti tecnologici o Antonio Pintus con le sue connessioni con Arduino.

Ci siamo rivisti con Simone Majocchi di Elettronica In che ha risploverato trenta anni di Making dallo ZX-80 che sembra accomunare tanti di noi all’aver ritrovato Roland in questa nuova tribù.

Ci sono stati incontri piacevolissimi come quello con Stefano Micelli, autore del libro Futuro Artigiano , il manifesto di un nuovo immaginario per l’industria italiana: la virtuosa contaminazione tra lavoro artigiano ed economia globale.

La lista sarebbe lunghissima, preferisco farvi conoscere questi amici andando sul canale Youtube di World Wide Rome . Godetevi ogni singolo intervento, compreso il mio, dove parlo dei nostri artigiani tecnologici, i nostri makers italiani, parlo di Roland e di come anche noi stiamo cercando di cambiare le cose per un Italia migliore.


Fate Play sul video e divertitevi a portare avanti voi stessi le slide della mia presentazione.
Attendo commenti, lodi e critiche.

P.S. il ministro Profumo è stato coinvolto in una cena con Riccardo Luna, Chris Anderson, Massimo Banzi e Dale dove si è arrivati a questo splendido annuncio: Una Maker Faire in Italia a Settembre!

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