Sono passati 10 anni dall’uscita di Matrix, proprio stasera ne discutevamo con Daniele Cogo che era all’oscuro di tutta la simbologia utilizzata dai fratelli Wachowski nel realizzare questo capolavoro polimediale.

Bastano poche ricerche sulla rete per riassemblare i miei ricordi sbiaditi e congelare le informazioni in questa pagina di blog.

Nomi e pesonaggi:

Neo:
Keanu Reeves interpreta Thomas Anderson, alias Neo: ovviamente “neo” vuol dire “nuovo” ma è anche l’anagramma di “one”, uno, L’Eletto (The One nella versione originale). Thomas è il suo vero nome, il che riporta a San Tommaso, il simbolo del dubbio, che deve vedere per credere. Si dice che Tommaso, che significa gemello, fosse fratellastro del Cristo; fu anche un apostolo riluttante ad ammettere la resurrezione. Rifiutando la verità dei suoi sensi rispetto a Matrix, anche Neo diventa un ‘San Tommaso’. Il nome presenta anche un riferimento col vangelo gnostico di Tommaso il quale afferma “Il Regno dei Cieli è dentro l’uomo, e lui non lo sa “. Si narra che Tommaso non credette nella risurrezione di Gesù finchè non mise la sua mano nel fianco ferito del Cristo. Nelle scene finali Neo entra letteralmente nel fianco dell’Agente Smith e ne provoca la morte.
Il cognome Anderson invece vuol dire Figlio dell’Uomo (son=figlio in inglese; andras=uomo in greco, derivante dal nome Adamo). Figlio dell’Uomo è uno dei tanti nomi con cui viene chiamato Gesù Cristo. Il parallelo con Adamo torna nel nome della via dove Neo si incontra con Trinity, sotto il ponte di Adam Street per l’appunto.



Morpheus:
Il nome è quello del dio greco dei sogni (in effetti Morpheus è il tramite tra il mondo “reale” e Matrix, oppure tra il mondo dei sogni e Matrix).

Nabucodonosor:
Un simbolismo onirico è collegato anche al nome della nave, Nebuchadnezzer (Nabucodonosor). Nebuchadnezzar, re di Babilonia, fu istruito in sogno da Dio per distruggere gli abitanti di Gerusalemme che adoravano falsi profeti.
Da notare il particolare della placca col nome della nave: “MARK III No. 11, Nebuch., Made in the USA, Year 2069“. Il verso della Bibbia Marco 3:11 recita “e gli spiriti impuri, ogniqualvolta vedono Lui, cadono di fronte a Lui e gridano dicendo “Tu sei il Figlio di Dio”“.

Zion:
Emblematico è anche il nome della città di Zion, Sion, la città di Dio, l’unica città di Matrix in cui gli uomini sono liberi, in questo caso, comunque nelle profondità della terra e non nell’alto dei cieli. Nel Vecchio Testamento la città faceva riferimento esplicitamente a Gerusalemme, mentre nel Nuovo Testamento col nome Città di Dio, oltre che a Gerusalemme ci si riferisce al Paradiso. Simboleggia la Terra Promessa per l’equipaggio della nave.


Trinity:
Trinity è un altro riferimento biblico, ossia la Trinità di Padre, Figlio e Spirito Santo. Oppure può essere interpretato come Corpo, Mente e Spirito oppure Sè, Io e Super-Io. Lo Spirito Santo viene spesso raffigurato come una colomba bianca e nella scena in cui Morpheus blocca i passanti, una colomba bianca è sospesa sopra a Neo e Morpheus, come a rappresentare la Trinità di Padre, Figlio e Spirito Santo. La si può vedere in entrambe le inquadrature della scena.

Cypher:
“Cypher” è un termine dello slang informatico inglese e significa Zero. Se Neo è “The ONE” abbiamo zero e uno, ossia il sistema binario dei computer. La stanza di Neo all’inizio del film è la 101. Cypher però può anche essere una contrazione di Lucypher, Lucifero, l’angelo diventato diavolo. La maglia del traditore Cypher è bucata proprio sopra al cuore, come a dire che non ha cuore. Elementi diabolici: il pizzetto; è l’unico personaggio a indossare indumenti rossi; quando esce dalla casa dell’Oracolo il riflesso sugli occhiali assomiglia a due pupille rosse; quando è seduto sopra a Morpheus, il riflesso della luce sulle cuffie ricorda due piccole corna.


Choi e DuJour:
Gli amici che si presentano alla porta di Neo, all’inizio del film, si chiamano Choi e DuJour. Benchè vengano pronunciati all’inglese, queste sono ovviamente due parole francesi: Choix Du Jour, ossia Scelta del Giorno. Il fulcro della storia è in fondo la scelta che Neo deve fare tra Matrix e la Realtà, tra pillola blu e pillola rossa.

Apoc:
Abbreviazione di “Apocalypse”, cioè Apocalisse. Nella Bibbia, l’Apocalisse è l’ultimo libro, il libro dei simboli. In esso si preannuncia la fine del mondo. In realtà “apocalisse” non significa “fine del mondo” ma bensì “rivelazione”.

Agente Smith:
tutti gli agenti hanno nomi molto comuni nella lingua inglese (Smith, Brown, Jones ecc…). La targa dell’agente Smith è IS 5416. Nella Bibbia, Isaia 54:16 recita: “Ecco, io ho creato il fabbro (in inglese fabbro = smith) che soffia sul fuoco delle braci e ne trae gli strumenti per il suo lavoro, e io ho creato anche il distruttore per devastare.”

Riferimenti Letterari

Alice nel Paese delle Meraviglie di Lewis Carroll
“Segui il coniglio bianco” viene dalla storia di Alice che segue un coniglio nella sua tana [nel caso di Neo una ragazza con il tatuaggio di un coniglio bianco] per entrare nel Paese delle Meraviglie.

“Ti mostrerò quant’è profonda la tana del coniglio” è un’altra allusione di Morpheus al passaggio di Alice nel Paese paese delle Meraviglie. Anche Tank menziona quest’opera dicendo: “D’ora in poi, Alice, di meraviglie ne vedrai un sacco!”. Un riferimento visivo si trova nella lunga caduta di Neo nel tunnel di “scarico” del pod, quando viene scollegato dai cavi (Alice cade nella tana del Bianconiglio e rotola in un tunnel stranamente profondo).

Il riferimento al coniglio si ritrova anche in un’allusione obliqua: quando Neo è in attesa dall’Oracolo, alla televisione stanno trasmettendo un film, Night of The Lepus, che tratta della storia di un gigantesco coniglio mutante. Questo procedimento di creazione di simboli attraverso citazioni indirette (quasi un gioco di specchi) si ripete più volte e almeno in un altro caso avviene sempre con il mezzo televisivo: infatti mentre Neo attraversa l’appartamento di una vecchia signora, la televisione sta trasmettendo l’immagine di un uomo minaccioso vestito di nero. Si tratta del Numero 2, dalla serie di telefilm The Prisoner, una serie molto orwelliana di un villaggio ‘artificiale’ dove viene rinchiuso un agente segreto che ha tentato di fuggire dalla propria organizzazione.

Inoltre il 1999, anno di uscita del film, è l’Anno del Coniglio secondo l’astrologia cinese; l’Oroscopo Cinese lo descrive come “un anno generalmente piacevole che porterà nuove speranze nella vita di molti”.

Un’altra allusione al romanzo di Carroll si ritrova nella scena in cui Neo tocca lo specchio e la sua mano inizia a trasformarsi, e nelle molte scene dove sono presenti specchi (un evento importante nel viaggio di Alice è l’incontro con uno specchio). Neo vede nello specchio se stesso riflesso, cioè vede il riflesso della sua personalità frammentata. Tutti noi siamo molteplici, pensiamo di essere integri perché abitiamo un corpo singolo, ma in realtà molte parti che vengono dall’inconscio, dalle nostre infradimensioni, usano il nostro corpo a loro personale discrezione senza che noi possiamo farci nulla. Lo specchio è rotto a simboleggiare lo stato in cui versa la nostra personalità.
Quindi prima d’essere scollegati dal Sistema di condizionamenti la personalità riacquista integrità; ecco perché lo specchio si ricompone: Neo sta per conoscere e concretizzare la reale immagine di sè.

Simulacra and Simulation di Jean Baudrillard
Il libro dove Neo nasconde i programmi, all’inizio del film, si intitola “Simulacra & Simulation”. Ponendolo nella scena iniziale, gli autori ci suggeriscono di fare attenzione ai simulacri e al simbolismo nel resto del film. La frase che Morpheus pronuncia rivolto a Neo “Benvenuto nella tua nuova desertica realtà” (“Welcome to the desert of the real” nell’originale) è la parafrasi del primo capitolo di questo libro filosofico. Baudrillard sostiene che il nostro mondo non è più “reale” ma bensì “iperreale”, una simulazione della realtà sconnessa da ciò che prima era reale; inoltre la maggior parte delle persone in Occidente preferisce questa simulazione alla realtà effettiva. Da questa base si sviluppano i simulacri, copie di cose ricreate all’infinito finchè non rimane più traccia di qualcosa di originale. La simulazione è la norma al mondo d’oggi e non va confusa con la “rappresentazione”. Una rappresentazione può essere usata per distinguere le cose false in quanto per definizione una rappresentazione riguarda una cosa esterna e diversa. Una simulazione invece proclama sè stessa come la reale istanza di ciò che viene simulato, e non una cosa esterna ad essa. In una simulazione non è possibile distinguere dove il finisce il falso ed inizia il vero, perchè all’interno della simulazione tutto è contraffatto. Il reale, scrive Baudrillard, viene prodotto da cellule miniaturizzate, matrici e banchi di memoria, modelli di controllo – e può essere riprodotto all’infinito partendo da questi elementi. Non ha più bisogno di essere razionale in quanto non esiste più un modello al quale essere confrontato. Deve soltanto essere operativo ed efficace.

Questo naturalmente è il concetto che sta dietro al mondo virtuale descritto nel film. “Hai vissuto in un mondo dei sogni creato da un computer, Neo”, dice Morpheus.

Baudrillard scrive: “E’ sempre una questione di dimostrare il vero attraverso l’immaginario; provare la verità attraverso lo scandalo, provare la legge attraverso la trasgressione, provare il lavoro attaverso lo sciopero, provare il sistema attraverso la crisi…”

Un esempio della iperrealtà, continua Baudrillard, sono le simulazioni al computer che i media ci propinano quando non esistono filmati per illustrare l’evento (ad esempio incidenti, fatti di guerra o addirittura eventi sportivi). L’iperrealtà ci viene spacciata come realtà anche se ovviamente è filtrata attraverso gli interessi di chi ci mostra questo materiale.

Uno degli aspetti più evidenti dell’iperrealtà sono i gigantesci centri commerciali presenti soprattutto negli USA, nei quali andare a fare compere diventa un evento in sè e non è più direttamente correlato all’acquisizione di cose che realmente ci servono. Si fa shopping solo per aver qualcosa da fare. Si comprano cose di cui non si ha bisogno, che in certo senso loro stesse ci hanno trovato attraverso l’esperienza dello shopping, la pubblicità e il marketing. Questo è ancora più vero con l’emergere dell’e-commerce, dove il denaro non passa materialmente di mano e si scelgono gli articoli solo attraverso foto e descrizioni scritte su un monitor.

Dicendoci cosa è di moda e cosa no, cosa è giusto, cosa è sbagliato, cosa pensare e cosa dire, i governi, le aziende e i media ci impongono cosa fare e cosa essere. Questa è ovviamente una simulazione della libertà di scelta: possiamo scegliere qualunque cosa dal menù, ma non possiamo creare noi il menù.

Il capitolo sul Nichilismo è particolarmente importante nello schema simbolico del film ed è per questo che i fratelli Wachowski hanno deciso di citarlo così prominentemente nel film. Baudrillard discute un nuovo tipo di nichilismo, non così semplice come il classico “Dio è morto”. Invece il nichilismo moderno è basato sull’inerente “sparizione” delle cose. Perciò non solo il significato ma anche l’apparenza delle cose è messa in discussione. Il risultato è la generale e completa indifferenza presente tra le masse, anche tra chi si proclama “religioso”. L’Agente Smith descrive a Morpheus lo stato del mondo con questa frase: “Miliardi di persone che vivono le loro vite…. incoscientemente”. Questo è il risultato di ciò che Baudrillard chiama simulazione e ipersimulazione. La TV distrugge il significato delle cose, ad esempio, rovescia e simula la realtà. Ultimamente sono molto popolari i “reality show”: non siamo più noi a vedere la TV, lei vede noi.

Molti di noi si sentono come parti di un meccanismo in un vasto sistema di macchine. Baudrillard sostiene che la maggioranza delle persone è perfettamente soddisfatta di esistere in questo sistema tecno-politico-economico che non ha significato al di là del proprio fine. La politica usa la gente per qualunque fine si prefigga; interessi esterni influenzano e controllano il governo che è al momento al potere; le corporations e i governi invadono la nostra vita privata, ci controllano e manipolano i nostri consumi.

Non Ho Bocca e Devo Urlare di Harlan Ellison
Durante il suo incontro con l’agente Smith, Neo si ritrova senza bocca mentre invece vorrebbe urlare per chiedere aiuto. La trama di questo libro di H. Ellison racconta che dopo che un sistema informatico globale diventa consapevole ed intelligente, comincia a combattere contro gli umani per il controllo. Alla fine vince e come vendetta imprigiona alcuni esseri umani in un mondo artificiale creato dallo stesso sistema di computer. Un passaggio del libro ricorda da vicino il dialogo in cui l’Agente Smith racconta a Morpheus quanto odia gli umani (vedi più avanti).

Dettagli

Sia Matrix che Trinity che Morpheus sono nomi di sintetizzatori musicali realmente esistenti. I sintetizzatori ricreano il suono di strumenti musicali reali oppure suoni completamente nuovi. Ritroviamo perciò, il concetto della simulazione della realtà. Anche 101 e 303 (i numeri delle stanze che compaiono nel film) sono nomi dei famosissimi sintetizzatori della Roland.

Quando Trinity sfonda la finestra del palazzo e atterra sulle scale, ciò che rimane della finestra assomiglia ad un orologio che segna le 3 in punto. Nelle scene iniziali la stanza dove si trova Trinity è la numero 303.

La stanza di Neo è la 101. In 1984 di George Orwell, la Stanza 101 era quella dove le persone venivano rinchiuse e torturate fino a che si convincevano di qualcosa che non era vero (come le persone all’interno di Matrix credono in una realtà non vera).

La musica che si sente in sottofondo durante la scena dell’Oracolo è “I’m Beginning to See the Light” (Comincio a vedere la luce) di Duke Ellington.

La musica nella discoteca è un pezzo di Rob Zombie dal titolo “Dragula”. Il primo verso recita: “Dead, I am the One . . .”. Il brano seguente è “Mindfields” (Campi Mentali) dei Prodigy.

Due dei brani originali composti per il film si intitolano: “Bow Whisk Orchestra” e “Switch or Break Show”. Entrambi sono anagrammi di “Wachowski Brothers” (i registi). Altri brani sono “Threat Mix” e “Exit Mr. Hat”: entrambi sono anagrammi di “The Matrix“.

Il brano che suona con i titoli di coda si intitola “Wake up” (Svegliatevi). Come a rafforzare il messaggio che Neo ha appena pronunciato, rivolto indirettamente agli spettatori.

Alla fine del film, l’elicottero atterra sul grattacielo “MMI” ossia 2001 in numeri romani.

Quando Trinity estrae la cimice da Neo, la pioggia sul finestrino dell’auto assomiglia molto al codice di Matrix (i numeri e simboli verdi che scorrono verticalmente sullo schermo). Lo stesso accade sui vetri del palazzo che vengono puliti dagli operai all’esterno (curiosità: quei due operai sono i registi stessi, i fratelli Wachowski). Anche la cravatta di Morpheus e i quadri all’interno del palazzo dove lavora Neo ricordano molto questa immagine.

In molti passaggi del film quando un personaggio è davanti ad uno specchio o un vetro la sua immagine si muove un po’ più lentamente della persona. Ci sono moltissime scene in cui i protagonisti sono riflessi in specchi o oggetti riflettenti (occhiali, maniglie, cucchiai, vetri, il siero che l’Agente Smith inietta a Morpheus ecc…). I registi spiegano che tra l’altro lo specchio rappresenta un mondo dentro a un altro mondo.

Tutti gli Agenti hanno occhiali da sole di forma quadrata mentre i “ribelli” hanno occhiali tondeggianti. Da quando Cypher decide di tradire i compagni usa anch’egli occhiali quadrati. Il tondo è una forma molto più comune in natura del quadrato (più artificiale).

Nella scena della “Donna in rosso”, ci sono moltissimi gemelli, come se il programma Struttura non avesse creato individui tutti diversi ma avesse creato dei doppioni. Forse un riferimento all’omologazione delle nostre vite, tutte uguali.

Mouse e Cypher hanno delle orecchie “a sventola” nel mondo reale, mentre dentro a Matrix sono normali.

Il numero del fascicolo riguardante Thomas Anderson che l’Agente Smith gli mostra è 3809940TAA. La targa della macchina di Apoc è invece AA034. “AA” è un tipo molto comune di batterie (le cosiddette pile stilo).

Nelle prime scene quasi tutte le battute pronunciate dagli amici di Neo sono in qualche modo profetiche: Choi dice: “…si chiama mescalina, è l’unico modo per volare“; poco dopo: “Esci dal buco“, “Hai bisogno di staccare la spina“, oltre alla già citata: “Sei il salvatore, il mio Gesù Cristo personale”. Anche il suo boss afferma: “Tu forse pensi di essere speciale, che le regole non si applicano a te…”

Tra i vari programmi di addestramento “caricati” nel cervello di Neo ci sono Ju Jitzu, Karate, Kembo e Drunken Boxing (Boxe da ubriaco). Non è uno scherzo, però: è realmente il nome di un’arte marziale cinese.

La battuta più divertente: “Schiva questa” dice Trinity puntando la pistola alla tempia dell’Agente.

La vicenda inizia e finisce nella camera 303 dell’hotel Heart. Le prime e ultime scene del film mostrano un cursore su uno schermo di computer e un telefono che suona.

I personaggi principali rappresentano ognuno un numero diverso:

  • Cypher è 0 (come detto è un termine dello slang informatico)
  • Neo è 1 (L’Eletto è The One nell’originale)
  • Switch è 2 (lo switch è un apparecchio informatico simile ad un interruttore che collega alternativamente 2 terminali)
  • Trinity è 3
  • Apoc è 4 (tra le altre cose, apoc è anche un termine dello slang informatico come cypher e significa 4)
  • Morpheus è 5 (il 5 era il numero sacro del dio dei sogni Morfeo)

Ringrazio Stefano C. per la quantità di informazioni condivise su suo sito e sul quest’altro blog. Come dice lui Matrix va ben oltre; va interpretato.
Nell’ultima scena Neo esorta noi a liberarci di tutti i preconcetti, i pregiudizi, le futilità che condizionano la nostra esistenza e lottare contro le regole del Sistema dal quale non siamo in grado di svincolarci; dobbiamo svegliarci ed accorgerci che “viviamo in una realtà fittizia” e che questo mondo ci sta rendendo schiavi.

La soluzione è quella di riprenderci in mano la nostra vita. Proprio come ci aiutano a capire buona parte delle filosofie e religioni occidentali e orientali, presentate oggi con una patina fantascientifica è confezionate in maniera ideale per essere recepite da un pubblico moderno.

5 thoughts on “Matrix: riflessioni sulla simbologia del film.

  1. Ti dirò: tra le varie cose che hai riportato manca, a parer mio, quella che più mi parsa palese la prima volta che ho visto Matrix.
    Ho letto in Matrix la trasposizione filmica del dubbio cartesiano, avallata dalla scena topica del cucchiaio.

    Ma, lasciando Sophia al suo mondo :D, volevo portare alla tua attenzione la grande cura sul colore e sul significato, non solo su Cypher, ma su tutta la dicotomia sulle location: Matrix/Real World > Verde/Blu, etc…

    Altro film parecchio interessante per lo studio sui colori è Dick Tracy.

    La strega.

  2. Grazie mille per la segnalazione Strega cara.
    Concordo su Cartesio, sono un suo grande sotenitore!

    Sulla simbologia cromatica presente in Matrix, poco presente in questo post, rimando a questo interessante articolo in inglese

    http://www.geocities.com/Hollywood/Theater/9175/neo/matrixcolors.html

    Che riassume le simbologie comatiche non solo della dominanza verde (Cyper, schermi vecchi PC, natività, trinità, ecc) ma dell'uso del blu all'interno del nabucodonosr o dell'arancio nella palestra virtuale.

  3. io invece..appena ho visto il film ho subito capito che c'era una relazione col Cristo ed il piano divino…non solo per i nomi..ma per tutta la storia..da quando thomas si sveglia dentro quella specie di uovo (nuova nascita, presa di coscienza)fino al suo sacrificio finale per salvare tutti..tutti quelli che sono "nati di nuovo" ossia entrati a far parte della realtà matrix..mentre studiavo mi son ricordata del film e della mia interpretazione..(ahah ero molto concentrata :D)ho cercato sul web e….guarda un pò..ci avevo azzeccato! Belle le altre riflessioni ciao
    paula

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