In una intervista di Olivia Solon, giornalista dell’edizione americana di Wired, Neil Gershenfeld, il boss del MIT’s Centre for Bits and Atoms, sostiene che c’è troppo rumore intorno alle stampanti 3D e questo ci sta distraendo dalla vera rivoluzione che è in atto. 

Sembra come negli anni ’50 non si faceva altro che lodare le meraviglie dei forni a microonde, ma questo non hanno sostituito gli strumenti della nostra cucina. La cucina è più di un forno a microonde. Il futuro sta trasformando i dati in cose, ma non è additivo o sottrattivo.

Il primo computer è stato collegato a una fresatrice al MIT nel 1952. Da questo punto in poi è iniziata una sorta di rivoluzione digitale nel fare le cose. Stampa, taglio a lama, laser, plasma, getti d’acqua, fili, coltelli,  piegatura, tessitura, stampaggio, estrusione, fusione e centinaia di altri modi per far cose in maniera digitale.Per Gershenfeld, la vera rivoluzione di fabbricazione è molto più fondamentale: questa sta portando programmabilità al mondo fisico. 
 


Un esempio potrebbe essere quello che è successo ai Bell Labs  nel 1938 dove convertendo una telefonata in codice composti da zero e uno, un messaggio può diventare affidabile indipendentemente dalla rumorosità del sistema, grazie alla correzione degli errori. Convertendo il segnale in codice, è aumentata enormemente precisione.
Gershenfeld, sempre durante l’incontro al
Royal Academy of Engineering’s, ha spiegato come abbiamo è successo nella comunicazione e nell’informatica, dobbiamo digitalizzare la fabbricazione imparando a programmare la creazione di oggetti in modo che il codice sia una parte del materiale stesso.“La digitalizzazione di fabbricazione è dove non si fa solo disegno digitalizzato, ma si includono i materiali e il processo. Il programma di computer non si limita a descrivere la cosa, ma diventa la cosa. Questa non è una metafora, è da prendere alla lettera. Esattamente come la storia di Von Neumann e Shannon relativa alla digitalizzazione della telefonia.Neil ha poi parlato dello sviluppo del Fablabs di tutto il mondo,  i centri con i vari strumenti di fabbricazione digitale che permettono alle persone di creare ciò che vogliono. Quando ha creato il primo presso il Centro per Bits and Atoms, il laboratorio fu invaso da studenti che si misero a fare cose decisamente diverse da ciò che potevano acquistare nei negozi. Loro creavano cose nuove.Ora sempre più FabLabs stanno nascendo, gli studenti hanno strumenti che sono collegati con tanti contenuti online e relativi video È possibile scaricare il design di qualcosa cosa in qualsiasi altro FabLab e replicarlo o creare qualcosa di nuovo che rimette in circolo la cretività. Gershenfeld ha scritto tutto questo in una sua bellissima pubblicazione , How to Make Almost Anything. una piacevole lettura che ci avvicina sempre di più a questa nuova rivoluzione digitale.

Questi ed altri discorsi li potete seguire nel gruppo Facebook “Fabber in Italia”  o nel bellissimo blog Openp2pdesign dell’amico Massimo Menichinelli, 

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