il 15 giugno, a Roma, durante l’evento Italian Rainforest, Greg Horowitt, autore di “Rainforest: the secret to building the next Silicon Valley” ha dichiarato che quando l’urgenza di tornare a crescere è fortissima serve una nuova Teoria Pratica dell’Innovazione.
Un nuovo modello che descrive la Silicon Valley come una Rainforest – una foresta pluviale in cui non contano i (vecchi) singoli ingredienti  ma il modo in cui vengono mixati.

Nel Viscom Maker Campus creeremo una rainforest, ci baseremo  sula generazione di relazioni spontanee ed orizzontali puntando sul fatto che il potenziale innovativo del mercato è frenato dall’esistenza di alti costi di transazione, le cosiddette “barriere sociali”. Queste barriere sono dovute all’irrazionalità dell’essere umano. Le “ barriere sociali” sono nocive perché impediscono gli scambi tra individui profondamente diversi dal punto di vista socio-culturale, vale a dire quelli che in genere sono gli scambi più proficui. L’esistenza di queste barriere è determinata, per la precisione, da un’ostilità verso l’esterno istintiva e primitiva, quasi “tribale”, che abbiamo ereditato dai nostri antenati.

Nel Viscom Maker Campus avremo la presenza di artigiani tecnologici capaci di connettere operatori economici distanti tra loro e di creare un network inclusivo.
Queste persone tramite l’adozione di alcune regole informali ci permetteranno di superare la diffidenza iniziale e di costruire solidi rapporti di fiducia tra tutti i partecipanti.

Quali sono le regole da seguire?

1. Rompere gli schemi e sognare
Le persone devono rompere gli schemi esistenti, devono osare, perché pensare in grande è la prima condizione per realizzare almeno in parte il proprio progetto.

2. Aprire le porte ed ascoltare
La predisposizione al dialogo, all’ascolto reciproco e ai punti di vista differenti favorisce enormemente la diffusione della conoscenza.

3. Aver fiducia e fidarsi
Affinché le relazioni nascano e si sviluppino è necessaria una fiducia reciproca tra le parti, così da abbassare i “transaction cost”, ridurre le distanze e velocizzare il processo innovativo.

4. Sperimentare insieme
La velocità e la potenza del processo innovativo dipendono in misura rilevante anche dal modo di testare i propri prodotti: il processo sperimentale collettivo è conveniente perché abbassa il costo individuale del fallimento.

5. Equità, non vantaggio
Le persone investono e continuano a investire fintanto che le promesse fatte continuano ad essere mantenute. I comportamenti egoistici, che puntano a guadagnare nel breve periodo, infrangono queste promesse e il clima di fiducia esistente, impedendo al progetto di dispiegarsi in maniera compiuta.

6. Errori, Fallimento e persistenza
Questo è un punto molto importante: va diffusa e difesa un’etica del fallimento, visto non più come fine irreversibile della propria esperienza imprenditoriale, ma come stimolo ad un continuo miglioramento. Il fallimento è il primo passo verso l’apprendimento.

7. Cultura del dono
Ancora una volta emerge l’importanza di una visione lungimirante e complessiva dell’attività economica: fare favori senza aspettarsi niente in cambio, nel lungo periodo ripaga, spesso in maniera più che proporzionale.

In tre parole: Old+Old=New. Un nuovo modo per miscelare le vecchie competenze e creare qualcosa di nuovo.

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