Il 10 marzo scorso ci ha lasciato uno dei migliori autori di fumetti di tutti i tempi: Moebius, o Jean Giraud o Gir, uno dei suoi tanti nomi che contraddistinguono altrettanti filoni dei suoi fumetti.

Ero un adolescente quando ho avuto per le mani il primo numero di  Heavy Metal, rivista manifesto che riuniva quanto di meglio c’era nel mondo del fumetto di autore in quegli anni. Una delle più belle frasi di Moebius voglio riportarla integralmente in quanto riassume l’essenza delle sue storie: “Non c’è alcuna ragione perchè una storia sia come una casa con una porta per entrare, delle finestre per guardare gli alberi e un camino per il fumo. Si può benissimo immaginare una storia a forma di elefante, di campo di grano o di fiammella di cerino…”

Questa mia illustrazione del 1992 ad acquerello è stata ispirata da una sua tavola su Venezia.
Le storie che ho preferito sono quelle su Arzach, il garage ermetico o la serie dell’Incal scritta da Alejandro Jodorowsky che sarebbe dovuta diventare il film Dune.

Oltre ad aver illustrato anche una storia di Silver Surfer

ha lavorato per il cinema per  Tron, Alien, Abyss e Il quinto elemento, film che hanno cambiato il mio modo di vedere la fantascienza.

Potete vedere la poesia anche nel suo suo tratto catturato in questo breve filmato.
  
Ringrazio Moebius per aver stimolato più di una generazione nel vedere oltre le finestre e camini e vedere storie a forme di elefanti, campi di grano o fiammella di cerino.

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