Oggi, dopo diverso tempo, ricevo una email con una catena di San Antonio, l’avrò ricevuta una ventina di volte nell’arco di quest’ultimi anni. Eppure non è difficle capire se è una bufala o meno.

Mi sono bastati 30 secondi di ricerca su Google per arrivare ad un articolo del “disinformatico” che ha analizzato e svelato nei minimi dettagli questa ennesimo scherzo.

Riporto alcuni passi veramente belli su come è nato questa bufala ancora appetibile per tanti “maccarruni” (termine siciliano per indicare i tonti)

Come raccontato in un gustoso articolo di Wired di giugno 2004, il suo autore è Bryan Mack, all’epoca studente nell’Iowa. La copia di più vecchia data (18 novembre 1997) contiene appunto il nome di Bryan Mack.

Mack ha ammesso di essere l’autore, e che l’appello è nato come burla fra amici. Un suo collega aveva appena ricevuto uno dei soliti e-mail che promettono metodi improbabili per fare soldi in fretta, e Mack pensò che si potesse fare di meglio. Tre minuti dopo aveva confezionato il testo originale dell’appello:

“My name is Bill Gates. I have just written up an email-tracing program that traces everyone to whom this message is forwarded to. I am experimenting with this and I need your help. Forward this to everyone you know, and if it reaches 1,000 people, everyone on the list will receive $1,000 at my expense. Enjoy. Your friend, Bill Gates.”

Mack lo mandò ad alcuni amici, i quali si fecero due risate e la diffusero ai loro amici, e così via. In pochi giorni la burla si sparse a macchia d’olio e cominciò a fare le prime vittime, che contattarono Mack chiedendo che fine avessero fatto i soldi promessi, e nacquero le varianti sempre più implausibili. E grazie all’ingenuità degli utenti, continua a circolare ancor oggi.

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