Mia figlia Marzia mi ha fatto leggere un tema che ha scritto su Facebook.
Il mio voto è 9 con pubblicazione nel blog del padre!

www.facebook.com.Loading.Inserire nome utente e password.Loading.Profilo aperto, un nuovo mondo. Un mondo dove forse non siamo più noi stessi o dove forse riusciamo ad essere noi stessi senza problemi perchè non incrociamo uno sguardo contrario ma abbiamo uno schermo bianco con linee blu che ci dà sicurezza, uno schermo che ci divide dalla realtà. Passiamo ore davanti a questo schermo ed in un certo senso diventa nostro amico. Ci conosce. Conosce tutto ciò che facciamo grazie a “MARZIA______________ “e noi lì ad aggiornare ogni minuto ciò che facciamo perchè vogliamo che i nostri amici lo sappiano, perchè vogliamo che i nostri amici ci conoscano.

Amici? Ma certo, amici. 103 amici e non sono mai riuscita a trovare più di 20 amici on-line. Ma posso visitare i loro profili, posso conoscerli anche grazie al mio schermo amico. Poi guardo in alto, in quella striscia blu che mi rassicura e trovo un piccolo riquadro bianco cn una scritta in grigio chiaro e metto un nome. Un nome di un’amica lontana, il nome di un amico delle elementari, il nome di persone che hanno lasciato in un qualche modo un segno dentro di me. Cosa succede dopo aver inserito il nome? Si apre una nuova pagina, una pagina dove vedo tante persone cn lo stesso nome e grazie ad una foto riconosco quella persona “importante” per me. Clicco. Chiedo la sua amicizia. Accetta. Parliamo. E grazie a facebook ritrovo amici lontani che non sento da tempo, amici che non vedo da troppo tempo.

Ma ci sono anche loro, gli amici che vedo ogni giorno in classe, gli amici che incontro in centro il sabato pomeriggio, e figuratevi ci sono anche i miei familiari: mia zia, mio papà e mia sorella. Eh sì una pagina bianca che accomuna persone vicine e persone distanti, persone che per colpa di una distanza di circa 1000km non si possono vedere, ma che problemi ci sono, c’è facebook!
Un sito di cui si sente molto parlare, un sito dove possiamo trovare nuovi e vecchi amici.

La distanza non conta più. Siamo tutti su una stessa linea, una linea bianca e blu. E qui inizio a ricordare i discorsi di mio padre, discorsi riguardo la globalizzazione, discorsi che sentivo così lontani un paio di mesi fa, ma discorsi che oggi condivido pienamente! Grazie papà.

Ma torniamo a Facebook, guardo il mio schermo amico e in fondo trovo una notifica: apro e leggo. Una mia ha commentato il mio stato. Leggo e sorrido. Sorrido al mio schermo amico che mi aiuta a conoscere questo nuovo mondo. Un mondo dove no conta il tuo colore di pelle o la tua nazionalità. Dove conta solamente la tua personalità. Dove conti TE che informi tutti i tuoi amici scrivendo in quella linea bianca, dove rendi i tuoi amici partecipi della tua vita, dove riesci a confrontarti con gli altri senza preoccupazioni perchè a rassicurarti c’è lui, il tuo schermo amico!

Marzia Re

4 thoughts on “Figli di Facebook

  1. La conclusione è che il web fa parte integrante della vita e il mondo intero diventa sempre più un piccolo villaggio dove quello che conta sono le basi della vita come l’amicizia e la famiglia.

  2. Sono sul web da molti anni. Prima erano i siti web, statici. Poi forum, chat; ancora poi, blog, micro blog, per approdare infine agli attualissimi social network.

    Per esperienza m’accorgo che tutta questa affannosa ricerca di relazioni via web diventa sterile se non ha modo di essere alimentata nella vita reale da episodi concreti, tangibili, vissuti.

    Ergo, ritengo i social network, una bolla, una grossa bolla. C’è solo da aspettare che l’utente medio s’accorga del tempo impiegato a spender tempo, il gioco di parole è voluto.

    Facebook ha in più, rispetto ad altri S.N., il deprecabile aspetto di raccogliere ed archiviare profili. E già che sono gli utenti stessi a “schedarsi” spontaneamente. Ciò può generare conseguenze poco piacevoli.
    La trovata e l’inganno di Facebook nei confronti dei suoi utenti sta nel fatto di dichiarare “amici” ciò che sono e possono essere semplicemente “contatti”.

    Se amici o meno dovremmo essere noi a deciderlo e non Facebook. Ma tant’è, il bisogno d’amicizia è evidentemente tale che la gente è disposta a dare in pasto al mondo fin’anche il credo religioso pur di ottenerla.

    Giovanni, seguo il tuo blog da un po’; mi piace e ti trovo estremamente interessante da leggere, però consentimi…
    “l’amicizia e la famiglia” sono valori personali di innegabile importanza. Sbandierarli sul web credo sortisca l’unico effetto d’esporci a pericoli.

    La conclusione di tua figlia è, a mio avviso, troppo “leggera”; come del resto ci si aspetta ad una presumibile giovane età.
    Da buon padre, una lezioncina teorica sulle insidie, l’impartirei volentieri.

    Con stima.

  3. 20 anni fa passegiavo nella strada principale del mio paese incontrando gli sguardi di “amici” e sceglievo quelli con i quali entrare in relazione “face to face”.
    Oggi non si passeggia più ma penso che facebook sia la stessa cosa della strada principale di questo villaggio globale. Ti guardi, ti fai i fatti degli altri e decidi eventualmente di avere un contatto al di là del web, questo fortunatamente rimane. Possono passare i secoli ma il contatto umano è alla base di ogni tipo di relazione. Le insidie c’erano e ci saranno e Marzia ne è consapevole, agirà con criterio su questo nuovo paradigma del vivere comune.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *