Di viaggi ne ho fatti tanti, e tanti sono gli imprevisti che possono capitare durante questi pellegrinaggi. Non sono ancora rientrato dall’ultimo viaggio in Germania che, viste le vicessitudini, non riesco a frenare l’impulso di raccontarvi questa avventura.

Tutto inizia lunedì pomeriggio: parto per Ancona per prendere un volo per Monaco. Dato che dovevo mancare 5 giorni decido di parcheggiare nel parcheggio lunga durata. Questo parcheggi sono di solito distanti dalle strutture e quindi, sotto un sole cocente, mi reco al checkin.
Solita fila di rito e mi accorgo di aver dimenticato il passaporto, nessun problema, ho la carta di identità! Al controllo la ragazza nota un graffio che rende illegibile un numero della data di scadenza, si incaponisce e chiama la polizia che dichiara scaduta la mia carta di identità.
Non si parte. Chiamo Roberta, la nostra referente pr i viaggi, per raccontare l’imprevisto e far modificare il volo.
Lei mi dice che dovevano già farlo in fase di checkin. In ogni caso la partenza è solo rimandata l’indomani alle 6 di mattina! Altro problema: non ci sono voli per rientrare ad Ancona ma solo per Roma. Accetto lo stesso, qualche idea verrà strada facendo.
Arrivo a casa con estrema gioia di moglie Lucia in quanto l’indomani era il suo compleanno e pur non podendolo festeggiare almeno riceverà o miei auguri dal vivo allo scoccare della mezzanotte.
Scocca la mezzanotte, tutta la famiglia è al completo ed è quasi l’una quando inizio a prendere sonno.
Sveglia alle 4 e 30 e via di nuovo ad Ancona.
Questa volta decido di parcheggiare vicino e come per presentimento lascio il biglietto del parcheggio in macchina.

Scena seconda: aeroporto di Monaco. Arrivo in leggero ritardo, mi rimangono solo 15 minuti per la coincidenza con il volo per Düsseldorf. Corsettina in aeroporto per arrivare al Gate segnato nella carta d’imbarco per poi leggere un nome di un altra città. Vado sul display e leggo accanto al mio volo la tragica dicitura “cancelled”.
Sibito al banco lufthansa per chiedere spiegazioni. Fila infinita. Pazienza, tanta pazienza. La signora mi dice che il volo è stato cancellato (grazie!) e che il prossimo, alle 10:40 è pieno ma mi può inserire in lista d’attesa. Accetto la lista d’attesa e mi sbrigo verso il gate in quanto siamo già arrivati al momento dell’imbarco.
Vedo passarmi davanti tante facce che varcano il cancelletto elettronico ed io attendo fiducioso un segnale di speranza. Il mio occhio si muove veloce sul monitor dell’incaricato sinché non vedo un bel segno di spunta sul mio nome. Si parte!
Chiamo Akio, il mio collega giapponese che mi attendeva all’aeroporto, informandolo dell’accaduto.

Scena terza: Dusseldorf, ritiro bagagli. Tutti raccolgono il loro bagaglio tranne io e altre tre persone. È molto brutto il momento in cui si ferma il tappeto. Il silenzio e un senso di rassegnazione pervade l’aria. In fila all’ufficio dei bagagli dispersi. Mentre davo generalità e dati vari la signora riceve una telefonata e gli si accende um sorriso. Mi chiede di andare a vedere se tra alcuni bagagli ritrovati c’era pure il mio.
Ed eccolo là solo soletto in cerca del suo padrone.
Finalmente con Akio andiamo in ufficio ed arriviamo alle 14:00 ora di inizio della seconda parte del meeting odierno.
Non vi racconto che viste le vicessitudini non avevo mangiato niente. Ma questo non è un problema In quanto la mia costituzione mi rende indipendente dal cibo per anche una settimana!

Scena quarta: si torna!
Aeroporto di Dusseldorf, partenza per Roma. Visto che a Roma non ho auto (i più attenti ricorderanno che la mia auto era rimasta ad Ancona) ho pensato di prendere l’autobus Roma-San Benedetto. Per evitare di rimanere a Roma (una volta mi era successo) per evitare questo inconveniente ho deciso di farmi il biglietto via Internet.

Ritardo in partenza e conseguente ritardo in arrivo. Nessun problema, rimanono ancora due ore per prendere il fatidico autobus che mi porterà a casa. Non avevo considerato l’efficienza della consegna bagagli di Fiumicino. Dopo un ora passata a veder girare valigie di tutte le forme e colori finalmente appare la mia. Via, di corsa alla stazione dei treni per cercare di arrivare in tempo alla stazione degli autobus. Vedo partire davanti gli occhi il treno per la stazione centrale, pazienza fra 12 minuti parte quello per la stazione Tiburtina.
Al controllo del biglietto chiedo a che ora arriva questo treno alla Tiburtina. “Alle 15.e 57” risponde la gentile obliteratrice. A che ora parte l’autobus? Controllo il biglietto e noto che ho ben 3 minuti per percorrere il tragitto da una stazione all’altra.
Altra corsettina e finalmente posiziono la valigia nel vano dell’autobus. Mi accingo a salire. All’ingresso dell’autobus il controllore chiede il biglietto ed io, orgogliosamente, mostro lo schermo dell’ iPhone che mostrava il PDF del biglietto acquistato elettronicamente.
“Non vale” è la sua risposta. Salga e gliene farò un altro. Non replico subito ma non contento della sua risposta chiamo la direzione della compagnia e spiego l’accaduto. Il risultato della telefonata sono le scuse da parte del controllore e un buco sull’iphone.
L’autobus parte e procede a passo d’uomo nel traffico romano. Sono ancora in viaggio, non so a che ora arriverò a casa, so soltanto che questa avventura sta volgendo alla fine e non vedo l’ora che finisca.

Un verso della magnifica poesia “lentamente muore” di Pablo Neruda recita: “lentamente muore chi non viaggia…”, dopo questa avventura credo di aver guadagnato un bonus di almeno 10 anni di vita!

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