Uno degli argomenti che catturavano e catturano tuttora la vasta platea di stampatori digitali è la gestione del colore ossia il trattamento delle immagini digitali che consente di mantenere il loro colore su qualunque periferica sia esso un monitor, una stampante, o una macchina da stampa.
Dietro questa parolina magica ci sono studi molto complessi, tecnologie e tante nottate per cercare di trovare una linearizzazione nel flusso del lavoro di stampatore digitale.
Profili ICC, intenti di rendering, postscript, Color Managment System, sembravano termini che mai sarebbero usciti da questa “setta” che custodiva i segreti del colore.
Basta una foto di un vestito postata su Tumblr per scatenare l’inferno anche a non adepti.
Oggi a tavola mia figlia Marzia ci mostra questa foto convinta che il colore del vestito sia blu e nero mentre mia moglie non ha ombra di dubbio che sia bianco e oro.
Di questa storia ne parla in maniera simpatica mia figlia Selene che da pochi giorni ha iniziato a condividere pensieri ed opere sul suo blog.
Da questo link potete leggere il suo articolo che a sua volta collega ad un articolo americano di Wired che tenta di svelare l’arcano sul colore del vestito.
Visto che questo era uno degli argomenti che sin dal 2004 discutevamo alla Roland Academy, ho rispolverato una vecchia presentazione e da questa ho tirato fuori le tre slide che toccavano questo argomento, ossia la percezione del colore.
Quindi, il colore del vestito dipende esclusivamente dalla percezione e non avendo un elemento di riferimento assoluto dobbiamo tener conto di come il nostro cervello cerca di leggere la cromia di questa foto e nel caso in cui abbia preso come riferimento il bianco vedrà i merletti in oro e nel caso in cui abbia deciso che i merletti erano neri vedrà il resto del vestito blu.
Semplice….. o nò?!? 🙂
Se volete approfondire l’argomento eccovi la splendida guida Roland alla gestione del colore.
