Chiesa San Antonio, San Benedetto del Tronto. Lavori di restauro in fase di completamento.

Sergio De Angelis, amico del parroco, qualche settimana fa combina un incontro con l’architetto Gazzoli che segue i lavori per vedere la fattibilità di un idea.
Entrati in Chiesa siamo abbagliati dalla bellezza e pulizia di queste pareti vergini. Noi, stampatori digitali riusciamo a vedere qualcosa che ne il parroco e ne l’architetto riescono a percepire. Io, Sergio e Massimo Calvaresi abbiamo visto l’abside già finito con uno splendido affresco digitale.
Il Parroco e l’architetto sono affascinati da questa idea. Il decoratore un po meno. Chiamiamo subito Giuseppe Biondi della Shockline che produce il materiale PS Fresco per chiedere se anche lui si vuole imbarcare in questa folle idea. Anche lui è un visionario e capisce la portata di questo esperimento.
In effetti affrescare digitalmente il catino absidale, ossia la parte superiore dell’abside è una operazione che non ha precedenti in tutto il mondo.
Per prima cosa pensiamo di far preparare ad un’artista locale la grafica che poi andremo ad applicare sul quarto di sfera.
Dopo una prima scelta su un pittore digitale, bocciato dai preti per l’uso dei nudi nelle sue produzioni, la scelta è caduta sull’artista Marcello Sgattoni.
Dopo aver ricevuto la commessa e seguendo le indicazioni per lo sviluppo del disegno il pittore prepara una prima bozza.

Durante una notte, in tutto segreto, andiamo in chiesa per proiettare sull’abside l’opera ancora incompleta per analizzarne l’impatto.

Il parroco, pur avendo la febbre alta, rimane affascinato dalla fiebile proiezione che inizia a far percepire a tutti la bellezza di questa idea.
Ci dividiamo i compiti.
L’architetto deve fornirci un rilievo tridimensionale del quarto di sfera.
Shockline il materiale e la supervisione per l’applicazione.
Noi come Roland ci occuperemo della stampa con inchiostri EcosolMAX e la chiesa fornirà la mano d’opera per l’impalcatura e la messa in opera.
A me il compito di preparare il file per la stampa.
Come fare per preparare delle fasce di un disegno sviluppato in piano su un quarto di sfera?
Ecco il motivo dell’insonnia sconfitta del post precedente.

La soluzione è in parte data dalla risoluzione del problema del cartografo.
Son partito dall’idea che dovevo sviluppare delle strisce che partissero dalla base dell’abside e finissero nel punto zenit della semisfera. In pratica ogni striscia doveva avere una larghezza che si restringesse man mano che arrivava nel punto centrale. Per prima cosa mi era venuto in mente di deformare linearmente il disegno in piano restringendo la parte superiore portandolo a zero. Ero vicino alla soluzione ma c’era qualcosa che non mi quadrava.
Una parte della soluzione è arrivata pensando alla grafica anamorfica, argomento che tratterò sicuramente in un prossimo post. Su PhotoShop esiste una funzione che deforma una grafica la lineare a polare. Praticamente genera un semicerchio con ampiezza 180° dilatando la base e restringendo la parte superiore facendola coincidere con il centro.

A questo punto bisogna affettare delle strisce triangolari con la base uguale alla larghezza disponibile del materiale stampabile.
Ma non basta lavorare con i soli triangoli. Lo sviluppo di una sfera sul piano produce degli spicchi che hanno una deformazione sferica al centro.
Ottengo gli spicchi con il software giapponese Pepakura, e li ricevo in forma matematica dall’architetto Beniamino Tagliabue dall’universita di Architettura del Politecnico di Milano.
Le formule pur essendo belle sono difficli da applicare alle bitmap. L’ing. Donato della
Shockline mi invia lo sviluppo delle sfere tagliando un quarto di cerchio da Autocad. Per ottenere un miglior risultato chiamo pure Giuseppe Massoni, trainer per Rhinoceros della Mc Neel in Italia. La versione 4.0, appena uscita ha il miglior algoritmo per deformare oggetti da una posizione spaziale ad un altra.
Gli spicchi ottenuti serviranno da guida per la deformazione da applicare sugli spicchi ottenuti con PhotoShop.

Dal 2D al 3D per ripassare al 2D ed applicare una deformazione 3D.
Per evitare di stampare centinaia di mq. di materiale preferiamo creare un modello 3D in scala e testare la teoria che stiamo sviluppando.
Contattiamo una azienda vicina a noi, la Poli-color che lavora il polistirolo per l’edilizia e chiediamo la produzione di un manufatto con le seguenti misure:

Siamo in attesa di ricevere il blocco e poter sperimentare le strisce stampate e tagliate con il nostro Plotter Roland XC-540.

…continua….

1 thought on “Affresco digitale – parte prima

  1. Beh.. che dire Giovanni… pensa che stavo cercando in giro qualcosa per risolvere un problema di un cliente… parole chiavi…: problemi colorrip ecosolmax … e tra i siti .. eccoti col blog.. 🙂 .. allucinante quello che stai facendo…
    Pier da Torino

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